La richiesta di portare a casa gli avanzi dei pasti consumati nella ristorazione è un diritto dei clienti sancito anche dall’entrata in vigore della legge 166/16 sugli sprechi alimentari che “promuove l’utilizzo, da parte degli operatori nel settore della ristorazione, di contenitori riutilizzabili idonei a consentire ai clienti l’asporto degli avanzi di cibo”.
In Italia, secondo un ricerca Coldiretti/Ixè, a fronte di un 33% che si porta a casa gli avanzi dal ristorante, si contrappone invece chi ancora crede che non sia educato o “da poveracci” (il 9%) ovvero chi semplicemente si vergogna (il 5%).
Un’abitudine dunque che non ha ancora contagiato capillarmente gli italiani e per la quale permangono molte resistenze.
Ma quello della doggy bag è un fenomeno che si sta espandendo a livello globale:
in Francia è stata introdotta perfino una norma che obbliga i ristoranti con più di 180 posti di avere in dotazione la doggy bag per proporla ai propri clienti che non terminano il cibo ordinato e desiderano portarlo a casa;
in Cina la richiesta del “dabao” (che significa “Mi faccia un pacchetto”) è entrato ormai nel galateo e viene considerato un comportamento da persone educate.
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Per saperne di più leggi anche la definizione di “SPRECO ALIMENTARE” e il nostro approfondimento sulla giornata per la prevenzione degli sprechi alimentari