Dovete acquistare il miele ma non sapete qualche scegliere?
Beh, cominciate con restringere la ricerca a quelli di origine italiana.
Non per patriottismo o almeno non soltanto per quello.
La ragione vera è che il miele italiano vi garantirà maggiore qualità, in particolare rispetto ad alcuni paesi dove sono ancora utilizzati pesticidi e sostanze chimiche da anni vietati nel nostro Paese.
La legge italiana impone che il 100% di ciò che finisce nel vasetto di miele sia prodotto dall’alveare e non siano presenti residui di sostanze chimiche; neppure degli antibiotici con cui vengono trattate le api.
L’origine del miele è riportata nell’etichetta quindi, laddove trovate “miscela di mieli provenienti da vari paesi europei e extraeuropei”, sappiate che non si tratta di prodotto italiano.
Se nello scegliere il miele, poi, muovete il vasetto alla ricerca di quello più liquido e lucido, aspetto su cui hanno puntato molti prodotti industriali, sappiate che la cristallizzazione è, in realtà, un processo assolutamente naturale del miele, segno di ottima qualità del prodotto.
Per evitare che si inneschi tale processo, il miele viene sottoposto a trattamenti di pastorizzazione che, scaldando il prodotto a 75°C, producono il deterioramento di alcune proprietà benefiche del miele, a cominciare dalle vitamine e dagli enzimi.
Ciò si traduce nel consiglio di acquistare il miele con il minor numero di lavorazioni possibile, compreso l’acquisto diretto dall’apicoltore che può, peraltro, fornirvi spiegazioni sul metodo di produzione e lavorazione.
Il miele è il prodotto alimentare di un incessante e certosino lavoro condotto dalle api domestiche che comincia con la “raccolta” di nettare dai fiori o di secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse.
Le api bottinano, trasformano e combinano tale raccolto con sostanze specifiche proprie, lo immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell’alveare.
Il miele quindi è un alimento speciale, che deve tutte le proprie caratteristiche esclusivamente alla natura, al tipo di risorsa raccolta dalle api e al loro lavoro, mentre l’apicoltore si limita ad estrarlo e a renderlo disponibile.
La definizione legale del prodotto prevede proprio che venga commercializzato come “miele”, ovvero senza aggiungere né togliere niente.
Per queste sue caratteristiche il miele è un prodotto assolutamente stabile, in grado di inattivare qualunque agente patogeno, grazie alla elevata concentrazione zuccherina e all’elevata acidità.
Gli unici organismi in grado di alterare il miele sono alcuni lieviti (sempre presenti nel miele) che, se messi in condizione di proliferare, provocano la fermentazione con conseguente scadimento delle caratteristiche organolettiche, ma senza che ciò dia vita a sostanze tossiche o agenti patogeni.
Le materie prime per fare il miele sono “reperite” direttamente dalle api: il nettare dei fiori o la melata (una sostanza zuccherina prodotta dal metabolismo degli insetti che si nutrono della linfa delle piante) sono raccolti dalle api bottinatrici, operaie specializzate che, tornate all’arnia, passano il “bottino”, da cui deriva il nome, alle compagne operaie; queste ultime lo depongono in celle esagonali che fungono da dispensa (i favi).
Agitando le ali, altre api specializzate, le ventilatrici, creano correnti d’aria il cui scopo è fare evaporare l’acqua dal miele e regolare l’umidità dell’alveare. Questo impianto di condizionamento naturale abbassa la temperatura dell’ambiente e lo mantiene costante.
Ci vuole in genere poco più di un mese affinché il miele si disidrati e maturi al punto giusto.
Quando è pronto, le operaie lo raccolgono in altre cellette che sigillano con una capsula di cera, detto opercolo.
A questo punto il miele è pronto da raccogliere.
La lavorazione umana del miele inizia, quindi, dopo il periodo delle fioriture, quando l’opera delle api è terminata. Per estrarre il miele, si allontanano delicatamente le api e si tolgono i coperchi di cera che chiudono i favi. Questi ultimi vengono inseriti all’interno di un cilindro rotante, smielatore, che, grazie alla forza centrifuga, svuota i favi del loro contenuto.
Il miele pulito è fatto decantare, per far emergere le bollicine d’aria incamerate durante la smielatura. Rimossa la schiuma di bolle superficiali, il miele viene invasato “verticalmente”: i primi barattoli sono cioè riempiti con il miele che sta in fondo al secchio perché le eventuali impurità si trovano in superficie.
Nel mondo si producono circa 1,7 milioni di tonnellate: tra i maggiori paesi produttori spicca la Cina (28%), seguita da Turchia (5,7%), Argentina (4,6%), Ucraina (4,4%), USA (4,3%) e Russia (3,8%). Questi sei paesi rappresentano oltre la metà della produzione mondiale.
Nell’UE si producono circa 200 mila tonnellate, principalmente in Spagna (16%), Romania (11%), Ungheria (10%), Germania (9%) e Polonia (7%).
L’Italia mediamente produce circa 8-9 mila tonnellate, con circa 11 mila apicoltori professionali; purtroppo, la produzione ha subìto un crollo nel 2016 attestandosi a circa mille tonnellate, il dato peggiore da 35 anni a questa parte, a causa del cambiamento climatico e la minaccia del parassita Aethina Tumida.
Ma l’Italia, per le diverse vocazioni ambientali del suo territorio, è l’unico Paese al mondo in cui la produzione di miele è caratterizzata da 30/40 diverse fioriture tipiche, che fanno del nostro un territorio esclusivo per assortimento e qualità dei mieli prodotti.
Questo non accade in altri Paesi dove un miele, anche se di ottima qualità, rimane però uguale a se stesso da nord a sud in territori molto ampi.
Il miele può essere prodotto durante tutto l’anno.
Tuttavia, se si desidera consumare la migliore qualità di miele, l’ideale è consumarlo durante l’autunno.
E’ durante questa stagione che le api producono il miele più buono, in ragione della relativa salute dei fiori durante quella stagione.
E’ preferibile consumare il miele durante la mattina, quando il corpo ha bisogno di una sferzata di energia, anche ogni giorno: la dose quotidiana consigliata è di circa 30 grammi (circa 3 cucchiai).
Secondo la Royal Society of Chemistry, il miele fornisce al corpo sostanze essenziali come sodio, potassio e fruttosio e contiene sostanze con spiccate proprietà battericide.
Gli effetti benefici del miele sono tanti; tra i più importanti ricordiamo la sua utilità per alleviare la tosse, aumentare l’energia e la forza fisica, proteggere il fegato, regolare l’apparato digerente.
Il miele sembra ridurre le infiammazioni, stimola la circolazione sanguigna e aumenta la crescita delle cellule epiteliali disposte all’interno dello stomaco e dell’intestino.
Alcuni studi hanno dimostrato che il miele uccide l’Helicobacter pilori, il batterio responsabile della maggioranza delle ulcere.
Il consumo a crudo è probabilmente la scelta migliore, in quanto il trattamento a temperature altissime utilizzato per il miele pastorizzato potrebbe neutralizzarne alcuni composti attivi.
E’ ricco di antiossidanti polifenolici che rallentano il processo di invecchiamento della pelle.
Per maggiori approfondimenti, consulta la tabella di composizione degli alimenti di CREA e LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia) per la popolazione italiana – IV Revisione (ex INRAN)
Il miele è un prodotto da record.
Per ottenere 1 kg di miele, ogni singola ape vola per circa 150.000 chilometri, ovvero il corrispettivo di quasi quattro volte il giro della Terra, per realizzare quasi 60.000 voli d’andata e ritorno dall’arnia ai fiori. Ogni alveare raccoglie il nettare dei fiori nel raggio di 3 km.
In un giorno tutte le api di un alveare riescono a visitare fino a 225.000 fiori.
Il miele ha pure un’altra virtù: non scade mai.
Grazie al suo elevato livello di acidità, un alto tenore zuccherino e la presenza di sostanze antibatteriche al suo interno, il miele è un alimento che si può conservare per lunghi periodi di tempo.
Se si vuole mantenere le caratteristiche organolettiche del miele il più a lungo possibile, occorre evitare le alte temperature e la luce diretta. Questi due fattori, infatti, sono in grado di accelerare il processo di invecchiamento dell’alimento, provocando una progressiva degradazione degli zuccheri e la perdita dell’aroma iniziale del prodotto.
Comunque, pur perdendo le proprie caratteristiche, il miele non diventa mai nocivo per l’organismo.
• D.Lgs del 27 gennaio 1992, n. 109 – G.U. n. 39 del 17/02/92 Attuazione delle direttive 89/395 CEE e 89/396 CEE concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari (recentemente abrogato dall’art. 30 del D.Lgs 15 dicembre 2017, n. 231 (in G.U. 08/02/2018, n.32))
• D.Lgs del 21 maggio 2004, n. 169 – G.U. del 15/07/04 Attuazione della direttiva 2002/46/CE relativa agli integratori alimentari
• D.Lgs del 21 maggio 2004, n. 179 – G.U. n. 168 del 20/07/2004 Attuazione della direttiva 2001/110 CE concernente la produzione e la commercializzazione del miele
• D.Lgs del 8 febbraio 2006, n. 114 – G.U. n. 69 del 23/03/06 Attuazione delle direttive 2003/89/CE, 2004/77/CE e 2005/63/CE in materia di indicazione degli ingredienti contenuti nei prodotti alimentari
• Decreto Ministeriale 5 agosto 1976 – G.U. n. 210 del 10/08/76 Disposizioni in materia di preimballaggi CEE e di bottiglie recipienti-misura C.E.E.
• D.P.R. 26 maggio 1980, n. 391. – G.U. n. 211 del 2/8/1980 Disciplina metrologica del preconfezionamento in volume o in massa dei preimballaggi di tipo diverso da quello C.E.E.
• Circolare MIPAAF 8 marzo 2005, n. 1 – G.U. n. 67 del 22/03/05 Applicazione del D.Lgs 21 maggio 2004 n. 179 concernente la produzione e la commercializzazione del miele
• Circolare MIPAAF del 12 dicembre 2006, n. 2 Applicazione del D.Lgs 21 maggio 2004 n. 179 e Legge 11 marzo 2006, n. 81 (art. 2-bis), concernenti produzione e commercializzazione del miele
• Circolare MIPAAF del 12 luglio 2007, n. 3 Applicazione del D.Lgs 21 maggio 2004 n. 179 concernente la produzione e la commercializzazione del miele – Miele di bosco
• Circolare MIPAAF del 31 maggio 2012, n. 4 Applicazione del D.Lgs 21 maggio 2004 n. 179 concernente la produzione e la commercializzazione del miele
• Legge 25 ottobre 1978 n. 690, – G.U. n. 316 del 11/11/1978 Adeguamento dell’ordinamento interno alla direttiva del consiglio delle comunità europee n. 76/211/CEE relativa al precondizionamento in massa o in volume di alcuni prodotti in imballaggio preconfezionati
• Legge 11 marzo 2006 n. 81, che prevede all’art. 2-bis che “sull’etichetta devono essere indicati il Paese o i Paesi di origine in cui il miele è stato raccolto”
• Direttiva 2001/110/CE del Consiglio del 20 dicembre 2001 concernente il miele
• Nota esplicativa n. 61913.OTC.2005.EN, sulla Direttiva 2001/110/CE, della Commissione Europea del 22 gennaio 2006
• Regolamento CE n. 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il Reg. CE n. 2092/91 – Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 189/1 del 20.7.2007
• Regolamento CE n. 889/2008 della Commissione del 5 settembre 2008 recante modalità di applicazione del Reg. CE n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli – Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 250/1 del 18.9.2008
• Regolamento (UE) n. 271/2010 della Commissione del 24 marzo 2010 recante modifica del Reg. CE n. 834/2007 del Consiglio, per quanto riguarda il logo di produzione biologica dell’Unione europea – Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 84/19 del 31.3.2010
• Regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che modifica i regolamenti (CE) n. 1924/2006 e (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga la direttiva 87/250/CEE della Commissione, la direttiva 90/496/CEE del Consiglio, la direttiva 1999/10/CE della Commissione, la direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 2002/67/CE e 2008/5/CE della Commissione e il regolamento (CE) n. 608/2004 della Commissione
Dovete acquistare il miele ma non sapete qualche scegliere?
Beh, cominciate con restringere la ricerca a quelli di origine italiana.
Non per patriottismo o almeno non soltanto per quello.
La ragione vera è che il miele italiano vi garantirà maggiore qualità, in particolare rispetto ad alcuni paesi dove sono ancora utilizzati pesticidi e sostanze chimiche da anni vietati nel nostro Paese.
La legge italiana impone che il 100% di ciò che finisce nel vasetto di miele sia prodotto dall’alveare e non siano presenti residui di sostanze chimiche; neppure degli antibiotici con cui vengono trattate le api.
L’origine del miele è riportata nell’etichetta quindi, laddove trovate “miscela di mieli provenienti da vari paesi europei e extraeuropei”, sappiate che non si tratta di prodotto italiano.
Se nello scegliere il miele, poi, muovete il vasetto alla ricerca di quello più liquido e lucido, aspetto su cui hanno puntato molti prodotti industriali, sappiate che la cristallizzazione è, in realtà, un processo assolutamente naturale del miele, segno di ottima qualità del prodotto.
Per evitare che si inneschi tale processo, il miele viene sottoposto a trattamenti di pastorizzazione che, scaldando il prodotto a 75°C, producono il deterioramento di alcune proprietà benefiche del miele, a cominciare dalle vitamine e dagli enzimi.
Ciò si traduce nel consiglio di acquistare il miele con il minor numero di lavorazioni possibile, compreso l’acquisto diretto dall’apicoltore che può, peraltro, fornirvi spiegazioni sul metodo di produzione e lavorazione.
Il miele è il prodotto alimentare di un incessante e certosino lavoro condotto dalle api domestiche che comincia con la “raccolta” di nettare dai fiori o di secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse.
Le api bottinano, trasformano e combinano tale raccolto con sostanze specifiche proprie, lo immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell’alveare.
Il miele quindi è un alimento speciale, che deve tutte le proprie caratteristiche esclusivamente alla natura, al tipo di risorsa raccolta dalle api e al loro lavoro, mentre l’apicoltore si limita ad estrarlo e a renderlo disponibile.
La definizione legale del prodotto prevede proprio che venga commercializzato come “miele”, ovvero senza aggiungere né togliere niente.
Per queste sue caratteristiche il miele è un prodotto assolutamente stabile, in grado di inattivare qualunque agente patogeno, grazie alla elevata concentrazione zuccherina e all’elevata acidità.
Gli unici organismi in grado di alterare il miele sono alcuni lieviti (sempre presenti nel miele) che, se messi in condizione di proliferare, provocano la fermentazione con conseguente scadimento delle caratteristiche organolettiche, ma senza che ciò dia vita a sostanze tossiche o agenti patogeni.
Le materie prime per fare il miele sono “reperite” direttamente dalle api: il nettare dei fiori o la melata (una sostanza zuccherina prodotta dal metabolismo degli insetti che si nutrono della linfa delle piante) sono raccolti dalle api bottinatrici, operaie specializzate che, tornate all’arnia, passano il “bottino”, da cui deriva il nome, alle compagne operaie; queste ultime lo depongono in celle esagonali che fungono da dispensa (i favi).
Agitando le ali, altre api specializzate, le ventilatrici, creano correnti d’aria il cui scopo è fare evaporare l’acqua dal miele e regolare l’umidità dell’alveare. Questo impianto di condizionamento naturale abbassa la temperatura dell’ambiente e lo mantiene costante.
Ci vuole in genere poco più di un mese affinché il miele si disidrati e maturi al punto giusto.
Quando è pronto, le operaie lo raccolgono in altre cellette che sigillano con una capsula di cera, detto opercolo.
A questo punto il miele è pronto da raccogliere.
La lavorazione umana del miele inizia, quindi, dopo il periodo delle fioriture, quando l’opera delle api è terminata. Per estrarre il miele, si allontanano delicatamente le api e si tolgono i coperchi di cera che chiudono i favi. Questi ultimi vengono inseriti all’interno di un cilindro rotante, smielatore, che, grazie alla forza centrifuga, svuota i favi del loro contenuto.
Il miele pulito è fatto decantare, per far emergere le bollicine d’aria incamerate durante la smielatura. Rimossa la schiuma di bolle superficiali, il miele viene invasato “verticalmente”: i primi barattoli sono cioè riempiti con il miele che sta in fondo al secchio perché le eventuali impurità si trovano in superficie.
Nel mondo si producono circa 1,7 milioni di tonnellate: tra i maggiori paesi produttori spicca la Cina (28%), seguita da Turchia (5,7%), Argentina (4,6%), Ucraina (4,4%), USA (4,3%) e Russia (3,8%). Questi sei paesi rappresentano oltre la metà della produzione mondiale.
Nell’UE si producono circa 200 mila tonnellate, principalmente in Spagna (16%), Romania (11%), Ungheria (10%), Germania (9%) e Polonia (7%).
L’Italia mediamente produce circa 8-9 mila tonnellate, con circa 11 mila apicoltori professionali; purtroppo, la produzione ha subìto un crollo nel 2016 attestandosi a circa mille tonnellate, il dato peggiore da 35 anni a questa parte, a causa del cambiamento climatico e la minaccia del parassita Aethina Tumida.
Ma l’Italia, per le diverse vocazioni ambientali del suo territorio, è l’unico Paese al mondo in cui la produzione di miele è caratterizzata da 30/40 diverse fioriture tipiche, che fanno del nostro un territorio esclusivo per assortimento e qualità dei mieli prodotti.
Questo non accade in altri Paesi dove un miele, anche se di ottima qualità, rimane però uguale a se stesso da nord a sud in territori molto ampi.
Il miele può essere prodotto durante tutto l’anno.
Tuttavia, se si desidera consumare la migliore qualità di miele, l’ideale è consumarlo durante l’autunno.
E’ durante questa stagione che le api producono il miele più buono, in ragione della relativa salute dei fiori durante quella stagione.
E’ preferibile consumare il miele durante la mattina, quando il corpo ha bisogno di una sferzata di energia, anche ogni giorno: la dose quotidiana consigliata è di circa 30 grammi (circa 3 cucchiai).
Secondo la Royal Society of Chemistry, il miele fornisce al corpo sostanze essenziali come sodio, potassio e fruttosio e contiene sostanze con spiccate proprietà battericide.
Gli effetti benefici del miele sono tanti; tra i più importanti ricordiamo la sua utilità per alleviare la tosse, aumentare l’energia e la forza fisica, proteggere il fegato, regolare l’apparato digerente.
Il miele sembra ridurre le infiammazioni, stimola la circolazione sanguigna e aumenta la crescita delle cellule epiteliali disposte all’interno dello stomaco e dell’intestino.
Alcuni studi hanno dimostrato che il miele uccide l’Helicobacter pilori, il batterio responsabile della maggioranza delle ulcere.
Il consumo a crudo è probabilmente la scelta migliore, in quanto il trattamento a temperature altissime utilizzato per il miele pastorizzato potrebbe neutralizzarne alcuni composti attivi.
E’ ricco di antiossidanti polifenolici che rallentano il processo di invecchiamento della pelle.
Per maggiori approfondimenti, consulta la tabella di composizione degli alimenti di CREA e LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia) per la popolazione italiana – IV Revisione (ex INRAN)
Il miele è un prodotto da record.
Per ottenere 1 kg di miele, ogni singola ape vola per circa 150.000 chilometri, ovvero il corrispettivo di quasi quattro volte il giro della Terra, per realizzare quasi 60.000 voli d’andata e ritorno dall’arnia ai fiori. Ogni alveare raccoglie il nettare dei fiori nel raggio di 3 km.
In un giorno tutte le api di un alveare riescono a visitare fino a 225.000 fiori.
Il miele ha pure un’altra virtù: non scade mai.
Grazie al suo elevato livello di acidità, un alto tenore zuccherino e la presenza di sostanze antibatteriche al suo interno, il miele è un alimento che si può conservare per lunghi periodi di tempo.
Se si vuole mantenere le caratteristiche organolettiche del miele il più a lungo possibile, occorre evitare le alte temperature e la luce diretta. Questi due fattori, infatti, sono in grado di accelerare il processo di invecchiamento dell’alimento, provocando una progressiva degradazione degli zuccheri e la perdita dell’aroma iniziale del prodotto.
Comunque, pur perdendo le proprie caratteristiche, il miele non diventa mai nocivo per l’organismo.
• D.Lgs del 27 gennaio 1992, n. 109 – G.U. n. 39 del 17/02/92 Attuazione delle direttive 89/395 CEE e 89/396 CEE concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari (recentemente abrogato dall’art. 30 del D.Lgs 15 dicembre 2017, n. 231 (in G.U. 08/02/2018, n.32))
• D.Lgs del 21 maggio 2004, n. 169 – G.U. del 15/07/04 Attuazione della direttiva 2002/46/CE relativa agli integratori alimentari
• D.Lgs del 21 maggio 2004, n. 179 – G.U. n. 168 del 20/07/2004 Attuazione della direttiva 2001/110 CE concernente la produzione e la commercializzazione del miele
• D.Lgs del 8 febbraio 2006, n. 114 – G.U. n. 69 del 23/03/06 Attuazione delle direttive 2003/89/CE, 2004/77/CE e 2005/63/CE in materia di indicazione degli ingredienti contenuti nei prodotti alimentari
• Decreto Ministeriale 5 agosto 1976 – G.U. n. 210 del 10/08/76 Disposizioni in materia di preimballaggi CEE e di bottiglie recipienti-misura C.E.E.
• D.P.R. 26 maggio 1980, n. 391. – G.U. n. 211 del 2/8/1980 Disciplina metrologica del preconfezionamento in volume o in massa dei preimballaggi di tipo diverso da quello C.E.E.
• Circolare MIPAAF 8 marzo 2005, n. 1 – G.U. n. 67 del 22/03/05 Applicazione del D.Lgs 21 maggio 2004 n. 179 concernente la produzione e la commercializzazione del miele
• Circolare MIPAAF del 12 dicembre 2006, n. 2 Applicazione del D.Lgs 21 maggio 2004 n. 179 e Legge 11 marzo 2006, n. 81 (art. 2-bis), concernenti produzione e commercializzazione del miele
• Circolare MIPAAF del 12 luglio 2007, n. 3 Applicazione del D.Lgs 21 maggio 2004 n. 179 concernente la produzione e la commercializzazione del miele – Miele di bosco
• Circolare MIPAAF del 31 maggio 2012, n. 4 Applicazione del D.Lgs 21 maggio 2004 n. 179 concernente la produzione e la commercializzazione del miele
• Legge 25 ottobre 1978 n. 690, – G.U. n. 316 del 11/11/1978 Adeguamento dell’ordinamento interno alla direttiva del consiglio delle comunità europee n. 76/211/CEE relativa al precondizionamento in massa o in volume di alcuni prodotti in imballaggio preconfezionati
• Legge 11 marzo 2006 n. 81, che prevede all’art. 2-bis che “sull’etichetta devono essere indicati il Paese o i Paesi di origine in cui il miele è stato raccolto”
• Direttiva 2001/110/CE del Consiglio del 20 dicembre 2001 concernente il miele
• Nota esplicativa n. 61913.OTC.2005.EN, sulla Direttiva 2001/110/CE, della Commissione Europea del 22 gennaio 2006
• Regolamento CE n. 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il Reg. CE n. 2092/91 – Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 189/1 del 20.7.2007
• Regolamento CE n. 889/2008 della Commissione del 5 settembre 2008 recante modalità di applicazione del Reg. CE n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli – Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 250/1 del 18.9.2008
• Regolamento (UE) n. 271/2010 della Commissione del 24 marzo 2010 recante modifica del Reg. CE n. 834/2007 del Consiglio, per quanto riguarda il logo di produzione biologica dell’Unione europea – Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 84/19 del 31.3.2010
• Regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che modifica i regolamenti (CE) n. 1924/2006 e (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga la direttiva 87/250/CEE della Commissione, la direttiva 90/496/CEE del Consiglio, la direttiva 1999/10/CE della Commissione, la direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 2002/67/CE e 2008/5/CE della Commissione e il regolamento (CE) n. 608/2004 della Commissione